sabato 23 febbraio 2013

Misery - Stephen King

Avete mai letto un libro che vi appassiona tanto da farvi sembrare i personaggi vivi e reali? Vi siete mai affezionati così tanto alle creature di uno scrittore da piangere quando succede loro qualcosa?
Vi è mai venuto in mente di andare a fare una spedizione punitiva alla sessione d'autografi di un'autrice perchè il finale di uno dei suoi libri più belli faceva schifo al maiale? (Aehm, qualsiasi riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale °_° CASUALE  ho detto! ò_ò Maledetta Robin Hobb t.t)
Bene, se vi è successo, ci sono buone probabilità che possiate simpatizzare per la protagonista di questo libro.

Ma tornianmo seri: Paul Sheldon è uno scrittore di grande successo; con la saga di Misery ha venduto milioni di copie, ma vorrebbe essere famoso anche per i libri che lui giudica seri. Finalmente il suo sogno potrà avverarsi: la saga di Misery si è conclusa, la sua eroina è morta e lui è libero di dare alle stampe il suo ultimo romanzo, Bolidi.
Purtroppo, nella felicità di aver raggiunto il suo traguardo, il nostro Paul alza un pochino il gomito e finisce fuori strada con le gambe fracassate, su una stradina di campagna sconosciuta ai più.
Fortuna vuole che passi di lì vicino l'ex-infermiera Annie Wilkies, che raccoglie Paul dai rottami e lo porta a casa sua; sarebbe stato meglio un'ospedale? Mannò! D'altra parte Annie è la fan numero 1 di Paul, non c'è sitemazione migliore per lui delle sue manine amorevoli. Come? Ah già, Annie non ha ancora letto l'ultimo libro della saga di Misery. Oh-oh...

Si apre così uno dei romanzi più famosi del Re, che non è soltanto la cronaca della discesa nella follia di un prigioniero e della sua carceriera, ma offre anche moltissimi spunti di riflessione su cosa voglia dire fare lo scrittore, su quali siano le rinunce che talvolta si devono fare, sacrificando i propri desideri per il profitto.
Paul è quasi sicuramente una sorta di doppio di King, per lo meno del King dell'epoca (il 1987) e attraverso il suo personaggio ci viene data una raffigurazione del mestiere dello scrittore che non è proprio idilliaca.

Oltre alle riflessioni più "astratte", Misery è uno dei romanzi che più mi sono piaciuti del Re: non ci sono creature malvage dallo spazio profondo, non ci sono, per una volta, padri violenti, madri soffocanti o famiglie disagiate; Annie è malata, uccide per alleviare le sofferenze di quelli che la circondano, oppure perchè chi le sta vicino l'ha infastidita in qualche modo.
Sinceramente, gli psicopatici dei romanzi (di King e non solo) che sono tali perchè traumatizzati da un'infanzia triste o da altre amenità simili, mi lasciano sempre un po' freddina, dandomi come l'impressione che l'autore voglia in qualche modo giustificare il suo personaggio e portarti a pensare "Poverino, mica è colpa sua se è così". In effetti, non è "colpa" di Annie l'essere malata, ma è un dato di fatto, lei è così, quindi sequestrare il suo scrittore preferito e costringerlo a scrivere un romanzo solo per lei rientra nella "normalità". E, fra le altre cose, agisce con una lucidità da pazza che suona parecchio realistica quando nasconde le tracce dei suoi numerosi delitti.

In conclusione, un libro da leggere se si è fan di King, se piacciono le storie che lasciano un senso di claustrofobia anche dopo averle finite, se ci si appassiona alle "discese nella follia" dei personaggi.
Sconsigliato ai deboli di stomaco, certe scene potrebbero dare molto fastidio.

lunedì 18 febbraio 2013

Monster High C.A.Cupid

Eccomi di ritorno con una recensione/vanteria da bambina di 6 anni xD Ho una nuova bambola <3
Recentemente ho sviluppato una passione per una linea di bambole della Mattel, le Monster High: trattasi per la precisione di bambole ispirate ai celebri mostri della letteratura e del cinema; ci sono la figlia di Dracula, di Frankenstein, del mostro della Laguna Nera, della Mummia e così via.
Rilasciate nel 2010, sono state commercializzate moltissime linee, vestitini, accessori e merchandise associato e ovviamente, queste bamboline hanno avuto un grandissimo successo fra i collezionisti di fashion dolls e affini.
La mia collezione ne conta attualmente 6, ma ho l'intezione di ampliarla ancora :D
L'ultima ad unirisi alla famiglia è stata proprio C.A. Cupid, la figlia (adottiva) di Cupido.
Ecco qualche foto dell'unboxing **

La scatola...cosa mai ci sarà là dentro?? <3
La scatola è dettagliatissima come sempre. Sul retro c'era la carta d'identità del personaggio con una bella immagine di Cupid nella sede dell'emittente radiofonica della scuola (infatti lei è una speaker...indovinate di cosa si occupa il suo programma?)
Oltre alla bambola ho trovato un piedistallo rosa, una borsetta a forma di cuore (che si vede nella foto qua sopra) e il mini-diario, che racconta come Cupid sia arrivata alla Monster High e abbia ottenuto il posto di speaker radiofonica.

Il  viso è dettagliato e non presenta grossi difetti, a parte una piccola sbavatura nel rossetto; adoro le pupille con il punto luce a forma di cuoricino <3 Il vero incubo sono i capelli: come si vede in foto, le punte sono crespe da impazzire e sul retro della testa sono tutti schiacciati dalla permanenza nella scatola.
In teoria dovrebbe avere due boccoloni ai lati della testa, in pratica da un lato le arrivano alle spalle t.t
Urge una seduta dal parrucchiere ò_ò

Le scarpine sono adorabili <3 Mi piace un sacco che abbiano differenziato i tacchi riprendendo il tema degli orecchini. Le gambe sono nere fin quasi sotto il ginocchio, dalla foto si intravede, e davanti hanno una stampa che ricorda il pizzo.

 

Pronta all'azione!

Le alucce <3
All'inzio la colonna vertebrale mi aveva sdubbiato, poi leggendo il diario ho scoperto che in realtà la nostra Cupid è un "elementale osseo", da lì lo stile delle ali.

Nel complesso è una bambola davvero ben fatta e curata nei dettagli, il che non è da sottovalutare, essendo prodotta in serie. I vestiti sono di buona qualità, altra cosa non scontata con le fashion dolls più economiche, e le tornano abbastanza bene (ho qualche difficoltà a chiuderle bene il velcro sul retro, ma non si vede quando la bambola è esposta)
Io l'ho acquistata su ebay dall'Inghilterra, pagandola circa 30€ con le spedizioni, che è il prezzo a cui si trovano nei negozi di giocattoli, e penso che li valga tutti.

Ed ora un piccolo bonus! Insieme a Cupid, per San Valentino, il mio ragazzo mi ha regalato un Cavey <3
Se non sapete chi sono i Cavey, ecco il loro sito! Hey Cavey!
Si tratta di piccoli pupazzi realizzati a mano da una ragazza inglese, che ne realizza uno diverso ogni mese. Inutile dire che vanno a ruba :D

La scatola del mistero!

Ed eccolo qui! Il duo dei Valentini pronto all'azione <3


martedì 12 febbraio 2013

Kaguya Hime - La principessa splendente

Akira Okada è stata abbandonata, appena nata, in mezzo ad una foresta di bambù; sarebbe dovuta morire, ma un uomo l'ha ritrovata per puro caso e l'ha salvata.
15 anni dopo, Akira vive con la matrigna e la sorellastra, ma la sua vita non è idilliaca: la matrigna, Shoko, l'ha praticamente costretta a diventare la sua amante e modella per tutti i suoi quadri e la sorellastra, Mayu, le impedisce di stringere amicizie simulando continui malori o ferendosi volontariamente.
Ma una sera, durante una mostra dei quadri di Shoko, due ragazzi irrompono e, armati di lanciafiamme, distruggono tutti i dipinti che raffigurano la ragazza e la portano via per condurla sull'isola di Kabukijima.
Ecco l'antefatto di uno dei manga più belli mai portati in Italia da Planet Manga e, come tutti i bei fumetti di questa casa editrice, anche uno dei più snobbati dal grande pubblico.
Probabilmente l'incipit fa pensare ad una storia banale, tipo orfanella sventurata che scopre le proprie origini grazie a due bei ragazzi, con i quali formerà inevitabilmente un triangolo; Kaguya Hime è completamente diverso.
Fin da subito la storia si dirige in tutt'altra direzione, mostrandoci...un sacrificio umano! Sì, perchè sull'isola di Kabukijima risiede la Principessa Splendente, che fu mandata sulla Terra in esilio per aver commesso un grave peccato e fu trovata tra i bambù da un uomo che la tenne con se; la Principessa ha bisogno di sacrifici e gli orfani ospiti dell'isola sono destinati a lei.
Ma la realtà è ben diversa da come appare: forse il mistero che avvolge le origini degli orfani dell'isola è ancora più incredibile dell'avverarsi di un'antica leggenda, forse ha a che fare con la salvaguardia degli equilibri internazionali...non dirò di più, perchè rovinerebbe la sorpresa e il piacere di scoprire una trama complessa e prefettamente gestita da un'autrice che non sbaglia mai un colpo.

Mentre andavo avanti con la lettura, attorno al volume 13-14, mi domandavo per quanto ancora la Shimizu avrebbe retto senza far affondare la storia nel pantano dell'allungamento forzato, magari calcando la mano sulle rivalità tra gli orfani per la conquista del cuore di Akira, oppure esagerando con gli intrighi perdendone poi il filo; non è successo.
Ogni azione ha la sua spiegazione, ogni personaggio viene approfondito, le sue reazioni e le sue scelte giustificate senza mai scadere nel patetico o nella lacrima facile, nonostante la delicatezza di alcuni argomenti trattati.
Anche Midori, che negli ultimi volumi fa un discorso di quelli molto edificanti su quanto sia sbagliato odiare gli altri, anche se ci fanno del male, non suona falso o stucchevole, ma è protagonista di alcune delle più belle pagine del manga.
L'unico personaggio che non mi è piaciuto è stata Mayu: il suo continuo fare la vittima per tenere Akira legata a se mi ha disturbato per tutto il tempo, nonostante le sue ragioni siano perfettamente spiegate.
Forse solo negli ultimi volumi si assiste ad un cambiamento profondo e difficoltoso, come del resto è naturale che sia per una ragazza col suo carattere.



Sinceramente mi spiace molto che questo manga sia stato accolto con freddezza e snobbato dalla maggior parte dei lettori, perchè ha veramente tutto: azione, amore tanto intenso da diventare ossessione, personaggi carismatici e, ripeto, una trama gestita alla perfezione che non perde mai un colpo.
La grafica è superlativa: la Shimizu ha un tratto pulitissimo e un'attenzione per i particolari che è seconda solo a quella di Kaoru Mori e gestisce benissimo le tavole, che non sono mai caotiche o pesanti e mostrano anche le sequenze d'azione in modo chiarissimo.



L'edizione Planet è veramente pessima: iniziato nel 2003, i primi volumi erano un po' più della metà di un volume originale, poi il numero di pagine venne aumentato e la serie passò solo in fumetteria, per essere conclusa solo lo scorso anno (il che è già una fortuna). Il formato è quello standard delle edizioni da edicola, senza sovraccoperta o pagine a colori, con una rilegatura talmente dura da rendere impossibile la lettura dei baloon centrali. Seriamente, mentre leggevo gli ultimi volumi avevo male alle mani per lo sforzo di tenerli il più aperti possibile senza frantumare la costina.

E' stata una scelta coraggiosa quella di pubblicare uno shoujo così atipico nel 2003: forse il pubblico non era ancora maturo per una serie del genere, oppure non è stato pubblicizzato a sufficienza, fatto sta che le vendite sono state disastrose e ora è difficile reperire i primi volumi perchè sono esauriti sul sito della Planet.
Non è un fumetto che consiglierei a tutti a prescindere: bisogna avere una certa "esperienza" coi manga e con i fumetti in generale, aver letto qualcosa di più dei classici shoujo scolastici o degli shonen mazzate&amicizia vera e, sopratutto, aver voglia di imbarcarsi in una storia lunga e complessa che richiede attenzione e parecchio tempo.

venerdì 8 febbraio 2013

I viaggi di Gulliver - Jonathan Swift

Bene,credo che questo sia il 5° blog che apro...speriamo che abbia maggior fortuna degli altri!
Iniziamo subito con una recensione libresca, anche se non credo di essere davvero in grado di analizzare un classico come "I viaggi di Gulliver".
In ogni caso ecco la trama: Gulliver è un medico di bordo che, a seguito di naufragi, ammutinamenti e altre amenità simili, si ritrova in terre mai scoperte prima dall'uomo. La prima è Lilliput, abitata da omini alti 15cm; successivamente scoprirà
Brobdingnag, la terra dei giganti; la terza è Laputa, l'isola nel cielo (sì, quella a cui si è ispirato Miyazaki per "Il castello nel cielo") e l'ultimo, surreale, luogo è la terra degli Houyhnhnm, cavalli intelligenti che comandano i bestiali Yahoo, esseri dalle fattezze umane, ma dai comportamenti selvaggi.

Come tutti più o meno, conoscevo quest'opera grazie alle trasposizioni cinematografiche (che coprono solo i primi due libri, almeno per quanto ho visto) e anche perchè era nel programma d'inglese alle superiori; una volta terminata la lettura mi è sorta una domanda: chi ha classificato questo libro come "letteratura per ragazzi"? Evidentemente la presenza di terre fantastiche popolate da strane creature ha tratto in inganno.
 Fin dalle prime pagine è evidente che lo scopo dell'autore è la critica, una spietata e pungente critica alla società europea del tempo, mascherata da diario di viaggio; più avanzavo nella lettura e più mi sembrava che l'autore si divertisse a infierire sul genere umano, ridicolizzando quelle che erano le fissazioni del tempo ed evidenziando la corruzione che ammorbava i governi.
Di contorno, c'è anche una non troppo sottile presa in giro dei racconti di viaggio, in voga al tempo.

Non è stata una lettura facile o scorrevole, complice la traduzione che si sforza di essere fedele all'originale, scritto nel 1726; alcuni punti mi sono risultati davvero pesanti, specialmente quando l'autore si lancia in lunge tirate in "difesa" della sua società, che in realtà fanno tutto meno che difenderla. Forse avrei preferito una critica più sottile, meno calcata, ma vabbè, è pur sempre un libro che ha quasi tre secoli sulle spalle, un minimo di invecchiamento è naturale.
Certamente non è una lettura che consiglierei ad un bambino di 10 anni, a meno che non si tratti di una riduzione, ma nemmeno ad un ragazzo di 14/15, specialmente se poco abituato alla lettura.

La mia edizione è della Crescere Edizioni, conta 286 pagine ed ha un prezzo di copertina di 7,90€: non ho trovato grossi refusi o errori di grammatica, ma la rilegatura è un pelino dura e ho fatto un po' di fatica a tenerlo aperto senza rovinare la costina.